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La pressione della carne

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Constatando l' invito alla pressione della carne

come unguento dalle mani agli occhi

viene il canto svelto delle vene

in rintocchi surrogati di campane

per l' ardore delle nostre cerimonie.

Tanto breve la distanza

da essere lo stesso spazio dei polmoni

dove quel bruciare l' aria

che si compone d' altopiani

lascia libera una parola da cantare

sempre quella con più voci

fino ad essere il ruggito forte della terra

dove andare in contumacia a perdere se stessi

per trovarsi in cielo poi

a naufragare quelle stelle

che ci hanno visti dominati

dai languori della Luna 

quando siamo stati cani lupo nella steppa.

 

Sempre vergine è il sapore del tuo chiostro

nonostante le frequenze del vibrato

così io ti riconosco dalle frecce nello sguardo

ogni volta che mi racconti del tuo bosco

voglio andare esattamente dove mi porti

con la forza dei tuoi versi

per scoprire quel sentiero che conduce al cuore immacolato

per sporcarlo dei miei versi come fosse colorarlo.

Dimmi, il corallo striato delle foglie puoi fumarlo in primavera?

Per cambiare in santo succo il profano chiasmo del tuo sentire?

Voglio dire, mi coprirai di rami quand' è sera

per non farmi trasalire?

Questo freddo che ci accoglie

come volpe nella tana 

ci ricorda la furbizia

con cui salvammo i nostri cari dalla gogna.

Che vergogna innamorarsi 

di qualcuna che non t' ama

ma se lo sai

è una languida vittoria.

 

 Adielle - 28/04/2015 20:20:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Cristina, sicuramente seguirò il tuo consiglio anche se mastico poco il francese. Che dire, per quanto riguarda il corpo e la guarigione, so che capirai che nel mio caso non è un dettaglio banale, sembro aver finalmente trovato una dieta che riesco a sopportare e che mi faccia dimagrire, a base di minestroni e insalate, non mangio pasta se non raramente in brodo, non bevo più latte e la carne solo ogni tanto, molta frutta e qualche infuso, un bicchiere d’ acqua tiepida con mezzo limone spremuto e un cucchiaino di miele la mattina a stomaco vuoto e prima di andare a dormire una bevanda a base di zenzero, piccantina molto particolare consigliatami da dei cari amici. Ho totalmente eliminato gli alcolici e devo dire che non mi è costato molto perchè non mi davano più quell’ ebbrezza consolatoria (forse a causa delle medicine) che in passato mi piaceva tanto; non prendo più il gastroprotettore e comunque lo stomaco non mi fa male da quando seguo questa dieta. In quattro settimane ho perso quattro chili, che nel mio caso è come se un montone si fosse tosato ma lo interpreto come un buon inizio. Oggi ho avuto la visita della mia mitica psicologa, Rossella e mi ha confessato che sta diventando vegetariana, lei è già magrissima. A metà giugno arriverà la bicicletta elettrica che mi aiuterà grazie ad una eversiva componente ludica a praticare quell’attività fisica costante di cui ho tanto bisogno. Quest’ estate prevedo belle scampagnate condite da qualche foto pirotecnica! Mi piace molto il tuo saluto "buona poesia" posso usarlo anch’io? Ciao Cristina, grazie, cari saluti e buona poesia.

 Cristina Bizzarri - 25/04/2015 10:49:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Bellissima bastava, ma vorrei spiegarte e spiegarmi perché sento quel "bellissima". Innanzitutto per quelle immagini, quel ritmo. Entrano subito, si bevono - come condividere un offertorio. Poi, nella riflessione che sempre nasce da un testo profondo, sai che non basta questo tuo primo sentire, sai e senti che noi stessi siamo l’offerta e l’offertorio, che il nostro corpo è "questo" e altro, sai e senti che tutto quello che facciamo ha un senso profondissimo - che giù giù in fondo a noi stessi c’è dio. Per alcuni siamo noi stessi quel dio. Stop, nel senso che il mondo è una nostra proiezione e basta, e basti. Per altri - tra cui io, anche se non so esattamente come - siamo noi, sì, anche, ma non solo - perché dio per essere ha anche "bisogno" di noi, e noi in questo "essere" partecipiamo. Riprendo da "Le symbolisme du corps humain" di Annick de Souzenelle, dalla presentazione sul retro del libro: " Imparare a leggere il corpo, è essere attenti al suo disegno, saper decriptare le forme del labirinto anatomico; è anche ascoltare (sentire) quello che ci dicono i grandi miti dell’umanità sulla natura e la funzione sottile di ciascuno degli organi; è infine riscoprire l’Albero dei cabalisti, poiché se l’uomo è "creato a immagine di Dio", l’immagine del suo corpo deve essere letta come il riflesso terrestre di questo "Albero di Vita" di cui ci parla la tradizione della Kabbalah".
Lo sto leggendo ora in francese nell’enell’edizione Albin Michel, non conosco quella italiana, te lo consiglio.
Mi affascina questa studiosa che dopo studi matematici è stata infermiera anestesista, poi psicoterapeuta junghiana. Parallelamente sta percorrendo da una trentind’anni un cammino spirituale di essenza cristiano o - giudaica, ma molto aperta alle altre tradizioni, che l’ha portata alla confessione ortodossa.
Anche qui ho tradotto dalla presentazione. Ho sentito di dirtelo Adielle, perché la tua scrittura è secondo me rivelatrice di una ricerca continua. E rileggere i simboli, anche biblici, in maniere non limitativa, punitiva e dogmatica come fa questa studiosa è davvero affascinante! Sapessi cosa dice dell’Adell’Albero della Conoscenza! Ah dimenticavo, ha 93 anni e parla come una ragazza! La trovi anche su youtube, naturalmente in francese. Mi ricorda molto Amina per profondità e intelligenza, anche se Amina è molto più giovane. :-)
Un’ultima piccola notazione: Annick dice che se le "malattie" mentali fossero studiate alla luce dei simboli - e non in maniera punitiva come troppo spesso viene fatto!- quanta ricchezza se ne ricaverebbe e quale profondo significato spirituale avrebbe la cosiddetta guarigione ... un vero e proprio percorso iniziatico compiuto all’interno di noi stessi. Forse uno stesso fenomeno può essere osservato da molti punti di vista, e forse ognuno è valido se coerente all’iall’interno del suo sistema. A me il punto di vista di questa studiosa sta piacendo molto.
Ciao Adielle, buona poesia.

 Adielle - 25/04/2015 01:11:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Che bella Amina! Grazie!

 Amina Narimi - 24/04/2015 23:43:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

Ho udito il suono nel midollo, le vocali della luce
ed un bagliore solo staccarsi dalla roccia
come due polmoni nati in Tibet
fa l’amore
con abile torsione, s’annida dappertutto
prima del volto e l’erba alta alle ginocchia,
se sfiora l’Altro canto tenuto nell’azzurro,
per la dolcezza che trattiene in fondo al petto
come avvicinarsi il più possibile
e sprofondare con le mani una carezza
la presenza immaginata ai nostri occhi
è levarsi con lo sguardo appena oltre
lo spazio delle ore necessarie
a respirare nella neve
spostandosi nel cielo in trasparenza
ci tocchiamo per immagini Adielle
"Per l’ardore delle nostre cerimonie"
appena oltre i passi, e in quel silenzio,
"Tanto breve la distanza" con più voci,
per l’aria che fa l’anima nei boschi
come una benda sollevata appena
con un soffio che rimbalza sui polmoni
nel vuoto che s’illumina di sete,
il succo che lo riempie giunto all’orlo
s’inerpica nel cuore e le sue sponde
noi le stiamo già toccando nella danza,
nella danza dove splendere è un sentiero,
salendo insieme agli alberi, scendendo
senza più guardare
facendo gli esercizi del respiro
che oscilla con il corpo a disegnare
la processione dei lupi nella steppa,
indicando con un salto giù per terra
quando fumano il corallo in primavera
quando annunciano che un cuore batte in corsa

 Adielle - 24/04/2015 13:56:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie a te Laura, un caro saluto.

 Laura Costantini - 24/04/2015 10:15:00 [ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]

Lo sai che è meravigliosa?
L’altopiano, il lupo, il bosco, le foglie, i rami... quel sapore selvaggio, ma aperto al panorama, alla luna, al fumo, all’abbraccio.
È l’amore che sceglie come sposa la solitudine e trova con la solitudine la sua languidezza.
Sì è sempre amore!
Grazie, Adielle ci voleva!

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